Circa Claudia Reali

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Artisti in Piazza: Show must go on!

C’è un popolo intero di attori, comici, coreografi, cantanti, ballerini, deejay, doppiatori, sceneggiatori, registi, sarti e truccatori, acrobati, stunt-man, giocolieri e trampolieri, tecnici e maestranze che all’improvviso si è dovuto fermare in questi mesi. Il mondo dello spettacolo, in sostanza (e non è il solo. Ci siamo anche noi fotografi che lavoriamo per eventi e nel settore wedding).
Ieri in Duomo è andata in scena una manifestazione che ha avuto al centro il diritto della cultura di essere vista in questa emergenza e tutelata. È stata una protesta colorata, piena di musica, bolle di sapone e parole importanti organizzata da Attrici Attori Uniti. C’erano anche Raffaele Kohler, il trombettista che durante il lockdown ha suonato dai balconi “O mia bela madunina” e il comico Leonardo Manera.
“Siamo 2000 qui in piazza oggi”, hanno detto gli organizzatori. “Abbiamo ricevuto la notizia che il 15 giugno ricominceranno le attività dello spettacolo, ma tutto il live sappiamo che è saltato al 2021, i teatri stanno chiudendo e i festival non andranno in scena, non c’è una riprogrammazione” e così “chiediamo un reddito sussistenza e di continuità”. Show must go on!

Milano, 31 maggio 2020

2020-11-29T15:41:45+00:00

Giada

“Sere di cieli e tramonti. Di nuvole e riflessi. Di occhi che si fanno specchi. Di piccoli passi. Di danza”.

Ho giocato con i riflessi. E ho scoperto che ci sono tante immagini dentro. 

2020-11-29T14:12:28+00:00

La tuta speciale di Nonna Maria

Marika ha 26 anni, una voce squillante. Scandisce le parole, una a una, perché sa che hanno un peso. È infermiera solo da un anno e lavora all’Ospedale Uboldo a Cernusco sul Naviglio. L’ho contattata perché mi ha commosso profondamente il suo post in cui ha pubblicato le foto delle tute realizzate da sua nonna Maria con i sacchetti della spazzatura cuciti a macchina per proteggere la nipote e i suoi colleghi da un nemico invisibile. “Le abbiamo usate davvero sopra le nostre divise. Un caldo pazzesco!”, mi dice con la voce sorridente. Poi le chiedo di raccontarmi della sua esperienza. Di questi giorni disperati.

“All’inizio mi trovavo in un’isola felice dell’ospedale. Lavoravo in un reparto privato di riabilitazione Parkinson e non mi occupavo di Covid-19. Ma è durato poco. Quando una nostra paziente si è ammalata tutto il personale è stato sottoposto al tampone (una cosa non frequente purtroppo nelle strutture sanitarie, ndr). E da lì è cambiato tutto. La cosa più difficile è dover comunicare ai parenti la diagnosi. È vissuta come una condanna. Perché sanno che non potranno più stare accanto alla persona che amano. E che magari morirà. E morire così, da soli, è terribile. Non ha dignità. Assistere a tutto ciò è struggente”.

La ascolto e mi sale il magone quando mi racconta di una telefonata di un paziente alla figlia e ai nipoti. Del dolore di un saluto che potrebbe essere un addio. Da lontano. “A volte ci viene da piangere, sembra di scoppiare. Ma dobbiamo buttare giù e sembrare forti. Io amo il mio lavoro. Visceralmente. L’ho scelto già anni fa, da ragazzina, quando ho assistito mio nonno nell’ultimo periodo della sua vita. Ho avuto la fortuna di tenergli la mano fino a quando ha esalato l’ultimo respiro. Oggi i nipoti non lo possono fare. Ci siamo solo noi accanto ai pazienti”.

Grazie Marika. E grazie anche a tua nonna Maria, che combatte con gli strumenti che ha. Per te e per tutti noi.

2020-11-29T13:41:45+00:00

Lapponia | Emozioni artiche

È un universo abbagliante e silenzioso. Una terra difficile, nascosta d’inverno nel buio della lunga notte polare, sotto una coltre infinita di neve, ma straripante di vita e colori d’estate. Questa è la Lapponia, il paese double-face, che cambia volto a ogni stagione.

A marzo – quando ho intrapreso il mio viaggio – la luce è vittoriosa sulle tenebre, ma ancora è il bianco il colore predominante del paesaggio e le temperature puntano allo 0 termico senza ancora raggiungerlo pienamente. D’altra parte siamo a 250 chilometri più a nord del Circolo Polare Artico, nella regione finlandese di Saariselkä, e il freddo è un fattore imprescindibile del luogo, seppure sia secco e più gestibile rispetto al nostro. Questo è il tempo giusto per vivere esperienze esaltanti nella natura: dalle gite in motoslitta sui laghi ghiacciati, allo sleddog con gli husky, agli incontri ravvicinati con le renne, agli sport invernali nei comprensori sciistici.

Se si è fortunati, si può restare senza fiato davanti a una spettacolare aurora boreale oppure perdersi nelle notti blu cobalto rischiarate da un firmamento gremito di stelle. Poi c’è la cultura, quella Sámi, forse la popolazione più antica d’Europa, stretta attorno alle proprie tradizioni, lingua e leggende. E la gastronomia che fa rima, evidentemente, con salmone e renna.

Ecco il Grande Nord, una meta imperdibile per chi ha l’avventura nel sangue.

2020-11-29T16:30:19+00:00

Milano Fashion Week (18-24_febbraio_2020)

“La moda è ciò che compri, lo stile è ciò che possiedi. La chiave dello stile è nell’imparare chi sei, e per farlo ci vogliono anni. Non esiste una mappa della strada per ricercare il proprio stile. È un’espressione di se stessi e, più di ogni altra cosa, è un atteggiamento.”

Iris Apfel

2020-12-30T09:14:23+00:00

Marocco | Preludio d’Africa

Mal d’Africa. Quando si torna da un viaggio in Marocco capisci finalmente cos’è. Saranno i paesaggi meravigliosi che ti sorprendono a ogni ora del giorno, le stellate che ti fanno sentire così piccolo, i volti dei bambini che sembra non già adulti. Saranno i vuoti e i pieni, il deserto e i souk; saranno i colori, degli abiti, dei tramonti, e i non colori, delle abitazioni rupestri che si mescolano con il contorno, dei minareti candidi.

Saranno i sapori, quelli speziati e vivi serviti nelle caratteristiche tajine, e quelli più dolci e confortanti. Sarà il celebre the alla menta che chiunque ti offre come segno di ospitalità e predisposizione al dialogo. Saranno gli artigiani che lavorano alacremente nei mercati; saranno i rumori e i silenzi. Tant’è. Quando torni non sei più lo stesso. Hai nostalgia, quella che sale dalla pancia e ti confonde i pensieri. Per fortuna hai le immagini che hai scattato a ricordarti le emozioni vissute, a farti ritrovare il filo della memoria.

La mia avventura in Marocco è iniziata a Fès nella regione del Medio Atlante. Da qui, verso sud, immersi in scenografie da film verso El Rachidia ed Erfoud toccando le splendide Gole dello Ziz. E, finalmente le porte del Sahara, ad ammirare le dune dorate di Morzouga, con il sottofondo di musiche berbere. Più avanti, puntando a Ouarzazate, la scoperta delle sorprendenti architetture naturali delle Gole del Todra e del Dadès. E, infine, l’esplosione di vita di Marrakech, dopo la fatica della traversata dell’Alto Atlante, e l’azzurro, i gabbiani e i pescatori di Essaouira.

2020-11-29T16:24:48+00:00

La grande Lorenzina del Poderone

Lei si chiama Lorenzina. È la splendida proprietaria dell’agriturismo Il Poderone a Santa Sofia (FC), nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Da oltre 50 anni “gira i tegami”, come dice lei. E cucina dei piatti straordinari, fatti di passione, storie del luogo e verdure coltivate nel grande orto che circonda il casolare.

Lorenzina ti fa sentire a casa. Ti siedi accanto a lei nel salotto all’ingresso dell’agriturismo e parli di tutto. Dei lupi che d’inverno arrivano vicino alla porta di casa. Della politica. Della bellezza di scoprire il mondo. Di sua mamma che le diceva: “Nella vita devi essere presente. Non devi seguire l’onda. Falla l’onda!”.

Al Poderone ci sono anche il nipote Nicola, che ha reso l’orto un posto unico, dove crescono varietà di sementi antiche, e Fabrizio, suo padre e fratello di Lorenzina, un uomo che ha girato mezza Europa con il suo camion e oggi si è dovuto fermare. Queste foto sono un piccolo omaggio al cuore di tutti loro.

2020-12-29T09:28:17+00:00

Un gesto importante

Succede all’improvviso. Come scrive Baricco i quadri cadono e non sai perché. E la vita cambia. È successo a Monica alla soglia dei suoi 42 anni. Il quadro cade. E le dicono che ha la Leucemia Mieloide Acuta. La percentuale di sopravvivenza è irrisoria. Nell’arco di 10 giorni si ritrova in ospedale, senza capelli, isolata dal mondo, con una sentenza addosso. Il quadro cade. Eppure passano quasi due anni e io la conosco. 

Monica è una persona speciale. Viva. Con la sua mamma Luciana e la cagnetta Gina percorrono a piedi 200 km da Assisi a Roma per il Cammino per gli Animali. Io sarò sempre grata di aver incontrato un’anima pura come lei. E bisogna ringraziare un donatore anonimo di midollo osseo perché i nostri passi si siano incrociati. “Un estraneo mi ha salvato la vita. Sono stata fortunata. Anche perché trovare il midollo compatibile al 100% non è uno scherzo. Ed è fondamentale che ci sia sempre più gente disponibile in questo senso. Ma spesso le persone temono di doversi sottoporre a un intervento chirurgico e quindi sono restie. Eppure non è così…”, mi racconta.

Infatti, il metodo impiegato in 8 donazioni su 10 è il prelievo di sangue periferico: nei 5 giorni precedenti al donatore viene somministrato un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue. Poi si fa una sorta di donazione del sangue che dura un pochino di più. Nessun rischio, nessun dolore. Sul sito dell’ADMO Federazione Italiana ONLUS viene spiegato tutto.

Si legge che possono diventare donatori i giovani tra i 18 e i 35 anni, in buone condizioni di salute e che pesino almeno 50 kg. Si rimane nel registro fino ai 55 anni. Finché non è necessario si resta potenziali donatori. Ma quando arriva la chiamata è perché si ha l’opportunità straordinaria di salvare una vita. Come quella della dolcissima Monica. E allora chi può si faccia avanti!

2020-12-30T09:06:39+00:00
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