È un universo abbagliante e silenzioso. Una terra difficile, nascosta d’inverno nel buio della lunga notte polare, sotto una coltre infinita di neve, ma straripante di vita e colori d’estate. Questa è la Lapponia, il paese double-face, che cambia volto a ogni stagione.
A marzo – quando ho intrapreso il mio viaggio – la luce è vittoriosa sulle tenebre, ma ancora è il bianco il colore predominante del paesaggio e le temperature puntano allo 0 termico senza ancora raggiungerlo pienamente. D’altra parte siamo a 250 chilometri più a nord del Circolo Polare Artico, nella regione finlandese di Saariselkä, e il freddo è un fattore imprescindibile del luogo, seppure sia secco e più gestibile rispetto al nostro. Questo è il tempo giusto per vivere esperienze esaltanti nella natura: dalle gite in motoslitta sui laghi ghiacciati, allo sleddog con gli husky, agli incontri ravvicinati con le renne, agli sport invernali nei comprensori sciistici.
Se si è fortunati, si può restare senza fiato davanti a una spettacolare aurora boreale oppure perdersi nelle notti blu cobalto rischiarate da un firmamento gremito di stelle. Poi c’è la cultura, quella Sámi, forse la popolazione più antica d’Europa, stretta attorno alle proprie tradizioni, lingua e leggende. E la gastronomia che fa rima, evidentemente, con salmone e renna.
Ecco il Grande Nord, una meta imperdibile per chi ha l’avventura nel sangue.